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IL RICORDO DELLA FELICITA' NON E' PIU' FELICITA'
IL RICORDO DEL DOLORE E' ANCORA DOLORE
(Albert Einstein)
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Gennaio 1998. Primi studi per la progettazione del monumento. Non sapendo più disegnare (nonostante il diploma al liceo artistico), chiesi alla mia amica grafica Laura una mano... e volentieri, mi aiutò sua sorella Tiziana, più portata per il disegno figurato.
Prime bozze di studi di anatroccoli e... prime bozze di cigni in volo. Belli ma, non erano quelli che avevo in "testa" io.
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E’ lui... l'anatroccolo che "voglio"!!!
Mi ricordai fortunatamente, di un sacchetto di carta con un regalo dentro (portato da una zia ad Antonella in ospedale) con stampato sopra questo disegno.
E, proprio questo sacchetto, ci "segui" in tutti i ricoveri successivi... lo appendevamo sulle pareti della sua stanza... per forza, ero "legata" a questa "idea" di anatroccolo"... l'avevo vista tante di quelle volte!
Oltretutto, per una strana coincidenza, quella valigetta sulle spalle... "simbolicamente"… ci ricordava tanto… "l'adozione"!
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Ecco gli studi definitivi di Tiziana... fu bravissima a rendermi l'immagine dell'anatroccolo tridimensionale... potevo "vederlo" da tutti i lati.
Mi disegnò anche due versioni da scegliere: oltre quella con le manine in tasca e le bretelle del pantaloncino (come l'immagine del sacchetto) anche quella con le alucce al posto delle braccine e "nudo"… preferii questa, perchè essendo più "compatta", era più idonea alla modellazione.
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Febbraio 1998. Finiti gli "studi" con i bozzetti, dovevo iniziare a "lavorare" io... comprai un po' di chili di plastilina, rispolverai i miei vecchi attrezzi del liceo ed... emozionatamente preoccupata... provai a "buttar" giù qualcosa.
Questo è il modellino in scala, fatto in plastilina, glitter colorati e fiorellini secchi... che doveva rendere l'idea del manufatto finito, per capire le varie proporzioni.
Nel corso del tempo, questo progetto subì delle leggere modifiche.
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Marzo 1998. Per modellare l'anatroccolo... ci misi veramente poco tempo: il grosso del lavoro lo feci in pochissime settimane.
La mia "musa" ispiratrice si chiamava "Dolore"... lavoravo alacremente e mentre l'emozione sfociava in... copiose lacrime... l'anatroccolo, piano piano "prendeva" forma e mi guardava "piangendo"... e le "nostre" lacrime si fondevano insieme... in una forma di Amore plastico!
Ohhh... e come piansi anche di rabbia quando... l'anatroccolo era quasi finito ma, le zampette erano troppo fragili per tenere il peso di tutto il corpo e... un giorno, inesorabilmente, si piegò in avanti, schiacciandosi il becco sul tavolo.
Dovetti fargli un foro in testa ed infilaci un bastoncino, che si andava ad incastrare saldamente nella base in legno e poi… rifare tutto il lavoro andato perso.
Memore di questa esperienza... per il cigno, che doveva essere proporzionalmente molto più grande, mi ingegnai a costruire una "struttura portante" solidissima: in legno, tondini d’acciaio e fil di ferro!
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Settembre 2001. Se per l'anatroccolo, fui velocissima, per il cigno invece, fui di una... lentezza esasperante, per una serie di motivi:
era più difficile e dovetti fare varie ricerche di foto di cigni in "fase di decollo" in biblioteca...
mi era più "antipatico" il suo simbolismo... sì, era un bel cigno, ma... poi, era "volato" via...
dopo un paio di mesi che avevo iniziato a modellarlo, era in programma il trasloco da Milano a Como, per cui fui molto impegnata e così... l'ingombrante cigno traslocò anche lui...
poi, iniziai a farmi fare dei preventivi da alcune fonderie per la fusione a "cera persa" in bronzo... cifre impressionanti... dovevo iniziare a mettere via un bel po' di soldi...
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Luglio 2002. Insomma, tutto questo per... "giustificarmi" del fatto che la fusione in bronzo, riuscii a realizzarla solo 4 anni dopo. La grande svolta, che mi spronò a finire il monumento, fu l'importante intervento subito a gennaio di quell'anno.
Mentre ero ricoverata... fra le tante cose che mi passarono per la testa, pensai... e se non "riesci" a finirlo?!? No, fortunatamente l'intervento andò bene... ed ecco il mio piccolo anatroccolino finito… “bello di mamma”!!!
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Il cigno... sempre "antipatico" ma, nel complesso... carino anche lui!
Con un foro sulla pancia per l’ancoraggio alla pietra ed un altro ancoraggio sul collo, verso il lato piatto posteriore, quello che dovrà “aderire” alla pietra stessa.
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Le due "espressioni" a confronto... domanda: chi è più bello ed intensamente "mio"?!?
I bronzi dell'anatroccolo e del cigno, però, non erano sufficienti... serviva anche la croce!
Ma, anch'essa doveva essere come l'avevo in mente... semplice ed intensamente luminosa...
la cercai già fatta, inutilmente: nessuna di quelle che vidi era così!
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Settembre 2002. Per cui, decisi di fare anche la croce... due strati in legno per la parte frontale che andava poi fusa in bronzo, il primo semplicemente sagomato, il secondo intagliato a “raggiera”. All’interno, incollai tanti specchietti per riflettere verso l'esterno la fioca luce della lampadina!
Per il vetro, mi “accontentai” invece di farlo in plexiglas (non liscio ma sfaccettato, sempre per riflettere meglio la luce) ritagliato con il seghetto alternativo, perché il vetraio avrebbe dovuto realizzarlo in più pezzi, saldati tra loro a piombo e con, purtroppo… un prezzo esorbitante!
La parte posteriore (quella che andava incastonata nella pietra) la feci assemblando dei profilati in alluminio: tagliati, sagomati, saldati con il silicone nero ed, infine, verniciati a smalto nero.
Nel retro un foro per far entrare la lampadina ed il portalampada, col filo elettrico che doveva collegarsi ad un altro filo che “arrivava” dall’interno della pietra.
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Novembre 2002. Per la fotografia, l’epigrafe e la dedica… trovai i “libri” che volevo io, semplici ma belli. Perché proprio dei libri?
Perché come dedica, scelsi le “parole” tratte dalla favola di Andersen… dallo stesso libro che leggevo io da bambina e che, da mamma, leggevo ad Antonella… e quando le lessi “Il brutto anatroccolo”, sentendo la mia voce “tremare” dall’emozione… lei mi chiese: <<Mamma, perché piangi?>>
<<Perché mi ricorda la tua vita passata, gioia! Non sto piangendo… sono emozionata perchè tu, oggi, sei finalmente felice e serena!>>… e così che… diventò la “nostra” favola!!!
Spesso, quando vado al cimitero, vedo qualche persona ferma a leggere la dedica… forse non capirà il senso… forse non capirà perché non è una preghiera!
Ma, io conosco il significato che hanno quelle parole: belle e misticamente profonde… ed ora, anche voi che mi leggete, condividete con me il mistero
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Ed ecco, tutto quello che sono riuscita a fare con… le mie mani e sono felice di aver… “confermato” alla mia Antonella, quanto lei diceva:
<<La mia mamma è brava perché ha… le mani dorate!!!>>
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Gennaio 2003. Quanto tempo è passato… dall’inizio della progettazione alla conclusione dell’opera e la sua installazione, effettuata… proprio in occasione del 5° anniversario del Suo “frullo” d’ali verso il cielo. Arrivederci… caro Amore di… mamma e papà!!!
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